di Fabio Ceccarini
Tra i libri e il materiale a stampa riguardanti Capranica, parliamo oggi della ricerca della Dott.ssa Cristiana Cesaretti, che ringraziamo anche pubblicamente – dopo averlo già fatto a suo tempo in privato – per avercene donate 3 copie, dal titolo «Il mosaico con scena marina da Capranica (Viterbo)». Il lavoro, pubblicato su Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Siena (Vol. XXVI-XXVII – 2005-2006, pp. 11-24), ha per oggetto il mosaico raffigurante divinità marine ritrovato nel 1913 in località Pecujaro da Roberto Paribeni, in un fondo di proprietà della famiglia Speranza (che tuttora lo conserva).
In realtà si tratta di due frammenti di un'unica grande scena, raffigurante Tritone e una Nereide (o Anfitrite), contornata da una serie di altre figure tra cui un crostaceo, un ippocampo, due Eroti (amorini) in volo. Probabilmente i frammenti erano completati con una scena centrale, purtroppo perduta, raffigurante Nettuno.
L'Autrice, si cimenta allora in una serie di osservazioni e confronti con altri mosaici di epoca romana, nel tentativo di procedere ad una datazione dell'opera. “I mosaici con scene marine rappresentavano generalmente thiasoi di creature mitologiche, quali Oceano, Nettuno, Anfitrite, Nereidi, Tritoni e spesso anche Eroti, accompagnati da delfini, pesci e mostri marini, dalle sembianze per metà pesce (...) e per metà di altri animali (...). Questo tema è largamente impiegato nei mosaici a partire dall'epoca adriano-antonina e continua a essere apprezzato anche durante i secoli successivi” (p. 18).
Su questa base, composizioni simili a quella capranichese è possibile ritrovarle in mosaici ostiensi, nelle Terme di Nettuno e in quelle dei Sette Sapienti, ma anche in quelli nei pressi della Villa di Livia, a Prima Porta, a Casal di Statua, nelle terme di Aquae Passeris (Viterbo) o in quelle Tulliane di Tarquinia. Inoltre, le onde raffigurate nel mosaico di Pecujaro, fanno pensare a quelle analoghe e comunque molto simili del mosaico del complesso termale di ad Vacanas (Valle del Baccano), o nella taberna del Caseggiato del Mosaico del Porto a Ostia. Queste analisi stilistiche fanno quindi ritenere, secondo l'Autrice, che la scena di Capranica deve essere datata al III sec. d.C., probabilmente realizzata insieme alla costruzione della villa romana adiacente il diverticolo stradale Clodia-Cassia.
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